Riforma intervista la nuova direttrice della Diaconia Valdese Valli (COV)

Una sola unità con diverse anime


Riforma intervista la nuova direttrice della Diaconia Valdese Valli (COV)

Riportiamo l'intervista di Sara Tourn per Riforma.it alla nuova direttrice del Coordinamento Opere Valli, ora Diaconia Valdese Valli, Manuela Rivoira. 

Tre istituti per anziani (Asilo dei vecchi di San Germano Chisone, Casa delle Diaconesse di Torre Pellice, Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni) e uno per persone con disabilità fisiche e psichiche molto gravi (Uliveto di Luserna San Giovanni): sono quattro le strutture nelle valli valdesi riunite nel Coordinamento opere valli (Cov) della Commissione sinodale per la Diaconia (Csd) – Diaconia valdese.

Nate a cavallo fra Otto e Novecento, tranne l’Uliveto che ha festeggiato i suoi primi 50 anni nel 2016, dal 2007 erano riunite in un coordinamento (che all’epoca comprendeva anche la Comunità alloggio di via Angrogna) che oggi assume un nuovo nome, Diaconia Valdese Valli.

Non si tratta di un semplice cambio di titolo, ma suggerisce un cambiamento di prospettiva, del modo di presentarsi nel territorio, come spiega la nuova direttrice, Manuela Rivoira, la cui nomina ha coinciso con questo passaggio: «Il Coordinamento era nato per mettere insieme opere preesistenti; con il tempo si sono aggiunti i servizi, Sat (Servizio Adulti e territorio) e Get (Giovani e territorio), l’attività è aumentata notevolmente e oggi i tempi sono maturi per non considerarsi più semplicemente un coordinamento, bensì una sola unità con diverse anime: questo è lo spirito della Diaconia Valdese Valli».

Quello di “Diaconia valdese” è ormai diventato un “marchio” riconoscibile anche all’esterno del mondo protestante, conferma la direttrice, per la sua azione sociale in molti ambiti diversi (accoglienza dei migranti, disabilità, anziani, turismo...): il cambiamento di nome risponde quindi anche all’esigenza di comunicare più facilmente la sua presenza e le proprie attività nel territorio in cui opera, affiancandosi alle altre realtà diaconali presenti in Italia, come la Diaconia Valdese Fiorentina. Le varie strutture che compongono il Cov, con le loro storie diverse, ricorda ancora Rivoira, ragionano già da un po’ di tempo in termini collettivi, e questo è un aspetto molto positivo; l’essere un’unica entità ha dei vantaggi nei rapporti con gli enti esterni, presentandosi come un interlocutore più forte, ma anche in termini di opportunità per il personale: «Abbiamo già dei casi di lavoratori che possono passare da una struttura all’altra, rimanendo sotto lo stesso datore di lavoro, con tutte le facilitazioni che questo comporta».

La nuova direttrice, che ha già esperienza di case di riposo, essendo stata tre anni direttrice della casa di riposo Ipab di Bagnolo Piemonte e dal 2009 all’Asilo valdese di Luserna San Giovanni, dopo due mesi di affiancamento e passaggio di consegne, dal 1° gennaio è entrata a tempo pieno nel nuovo ruolo.

Il 2020 si presenta in continuità con l’attività precedente: tra le varie iniziative aperte al territorio, torna Xsone, giunta all’edizione numero sette, che comprende tra l’altro le feste delle opere che fanno parte della DVV, oltre a spettacoli, convegni, attività di fundraising e momenti di sensibilizzazione su vari temi: il programma sarà diffuso nei prossimi giorni.

Tra le novità e i nuovi progetti, «il Rifugio Re Carlo Alberto inaugurerà a metà anno una nuova ala Alzheimer, che sarà gestita con un progetto che può essere considerato sperimentale, con attività di vita quotidiana con gli ospiti». Sono allo studio lavori di ristrutturazione in altre strutture, e «studi di fattibilità su altri progetti sul territorio, insieme ad altri enti come il Ciss o l’Asl». La direttrice ricorda infatti che «a volte sono questi enti che ci presentano idee e bisogni e costruiamo insieme a loro i progetti: a volte la progettazione non avviene al nostro interno ma da enti con cui collaboriamo ormai da anni. E in questo – conclude Manuela Rivoira – continueremo sulla strada percorsa: la rete è già molto vasta, se ci saranno nuove proposte da altri enti siamo disponibili, vagliando i vari interlocutori, sempre rispettando la nostra etica e ricordandoci chi siamo e che cosa rappresentiamo in questo territorio».