In visita alla Diaconia Ceca

In visita alla Diaconia Ceca

Un'importante occasione di incontro e confronto a maggio a Praga

A fine maggio una delegazione della Chiesa Valdese, in rappresentanza della Diaconia Valdese CSD e dell’ufficio che gestisce l’Otto per Mille valdese, ha fatto visita alla Evangelical Church of Czech Brethren (ECCB), la Diaconia protestante ceca. È stata una preziosa occasione per poterci confrontante sia sulle opere diaconali che sul rapporto diaconia-chiesa, entrambi aspetti di interesse comune. La diaconia ceca è di grandi dimensioni rispetto alla popolazione del Paese e conta circa 2.000 dipendenti. Noi ne abbiamo visitato una parte, in particolare una residenza per anziani, anche con demenza, una scuola elementare per bambini con disabilità grave e un centro per adulti con disabilità di vario grado che vengono inseriti nel mondo del lavoro.

In tutti questi centri abbiamo riscontrato la massima attenzione e rispetto per gli ospiti e una forte dedizione degli operatori.

La residenza per anziani sta subendo una evoluzione che prevede alcuni cambiamenti strutturali: non più una singola costruzione con molti ospiti, pur bene accolti e con ampi spazi a disposizione, ma una dimensione più piccola, che offra un ambiente più familiare, più a misura d’uomo. Una innovazione di particolare interesse, la ricerca e la sperimentazione di pasti ideati come “finger-food”: preparazioni multistrato che si presentano come veri e propri piatti gourmet e mantengono le caratteristiche organolettiche dei cibi originali. Il vantaggio di questi pasti è che si possono mangiare con le mani, senza l’utilizzo di posate, in modo che anche gli ospiti con difficoltà motorie o affetti da demenza possano nutrirsi in modo indipendente.

In generale abbiamo ravvisato ovunque la tendenza a ricondurre l’ambiente abitativo ad una dimensione più ridotta: fuori Praga sono in costruzione alcuni alloggi per adulti affetti da autismo. Si tratta per lo più di stanze singole, in modo da rispettare il tipo di socialità che vivranno gli ospiti. Altrove, in una ex caserma dell’esercito donata dalla municipalità alla diaconia, la ristrutturazione prevede dei monolocali attrezzati di tutto punto, in modo che portatori di disabilità possano intraprendere un percorso di graduale conquista dell’indipendenza.

Un’altra caratteristica di tutte queste strutture è lo sforzo di ricondurre le attività degli ospiti, siano essi anziani o adulti con disabilità, ad una quotidianità comune a quella che hanno sempre vissuto o comunque a quella degli altri cittadini e cittadine: attività come cucinare, lavorare a maglia, gestire un piccolo orto per gli anziani e attività lavorative che si interfacciano con il sistema delle piccole imprese locali oppure con la cittadinanza (come offrire delle riparazioni di sartoria). L’intento è quello di evitare l’intrattenimento fine a sé stesso e magari inutile, riconducendo il proprio fare all’essere.

Abbiamo ricevuto una accoglienza calorosa, anche di riconoscenza per l’aiuto concreto ottenuto grazie all’8x1000, ma soprattutto ci siamo sentiti in piena comunione di intenti, di idee, di mission.

 

Monica Fabbri

Commissione Sinodale per la Diaconia