
La Diaconia Valdese riflette su Cura e prendersi cura
Il racconto del III Convegno nazionale di Servizi Salute
Riportiamo l'articolo scritto da Claudio Geymonat per Riforma sul terzo convegno nazionale dell’Area Servizi Salute della Diaconia valdese, tenutosi il 15 maggio scorso.
L’ “Area Salute” della Diaconia valdese si è riunita per il suo 3° convegno allo scopo, per dirla con le parole del presidente della CSD- Diaconia valdese Daniele Massa «di riflettere su temi cruciali quali la cura, il prendersi cura per meglio dire, delle comunità territoriali, soprattutto delle cosiddette aree interne». Quella parte maggioritaria del territorio italiano caratterizzata dalla significativa distanza dai centri di offerta di servizi essenziali. Aree interne e montane rappresentano il 60% del territorio nazionale e quasi un quarto della popolazione complessiva ha rilevato Antonio De Rossi, docente di Progettazione architettonica e urbana al Politecnico di Torino. De Rossi ha indicato come «queste zone si pensano troppo come solo luoghi della memoria, o della bellezza, da far fruire alle persone delle città, con poca analisi invece del loro potenziale di sviluppo che vada al di là della proposta turistica o ricettiva. Serve visione per ragionare su temi quali l’abitabilità, la produttività».
Valeria Lucenti project manager della Diaconia valdese, ha illustrato un progetto che tenta di rispondere alle istanze espresse nelle premesse degli altri relatori: Smart2, finanziato da un bando specifico, « coinvolge le valli Pellice, Chisone e Germanasca e mira a facilitare dinamiche comunitarie (co-working ad esempio), a creare un welfare di comunità, contro lo spopolamento, l’invecchiamento, le difficoltà ad accedere ai servizi. L’idea è quella di formare un territorio per poi essere più attrattivo da molteplici punti di vista». Il bando che lo finanzia è lo STAI, dell’Otto per mille valdese, presentato nei dettagli dalla Responsabile dell’ufficio otto per mille della Tavola Valdese Manuela Vinay, bando aperto proprio alle organizzazioni non governative e alle associazioni che operano nelle aree interne.
L’idea è dunque legata al dare in qualche modo nuova vita ai territori, a individuare azioni capaci di trasformarli. Un esempio è quello del servizio Integralmente, esposto dal responsabile del Servizio Innovazione Sviluppo della Diaconia Valdese Marcello Galetti, progetto di territorio per famiglie e persone con demenza o Parkinson che vivono a casa, per migliorare la loro qualità di vita, dare sollievo alle famiglie, mantenere le persone a casa il più a lungo possibile, dare stimolazione dal punto di vista cognitivo, motorio e di socializzazione, prendere in carico le persone in fase iniziale, e valorizzare le loro risorse.
Altri esempi concreti di nuovi modi di pensare e vivere i territori hanno arricchito la giornata di studio e riflessione, che come ha ben detto il pastore e membro della Tavola valdese William Jourdan nel voler esprimere gratitudine per «questi importanti momenti di riflessione e di pensiero» ha sottolineato come «il motto della Diaconia sia “servire, con le persone”, tutti insieme dunque, con capacità di ascolto gli uni degli altri. Un’idea che va al di là della pur ottima prestazione tecnica, per comprendere un percorso più ampio, più inclusivo, costruito sulle reali esigenze di tutti i soggetti coinvolti».
Una giornata che è una risposta alla centralizzazione dei servizi, allo spopolamento dei territori montani. Per uscire da una dinamica di autocommiserazione e immaginarsi invece nuovi modi per renderli vivi quei territori, che tanto possono offrire se supportati adeguatamente.