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Giorno della Memoria: per non dimenticare
Le iniziative realizzate con le ragazze e i ragazzi del Ferretti
Il Giorno della Memoria viene celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Ma nel 2025 cosa rappresenta questo momento e cosa possiamo fare realmente per non dimenticare?
La sfida più grande per gli educatori e le educatrici passa anche da questa giornata. Non si tratta solo di ricordare uno dei momenti più tragici della nostra storia, ma della necessità di coltivare lo spirito critico delle giovani generazioni, affinché possano porre il loro sguardo anche su altre tragedie moderne che affliggono la nostra società.
Per questo abbiamo strutturato tre giornate diverse tra loro, un percorso che ha toccato con mano i luoghi simbolo della cultura ebraica, soffermatosi sul dialogo intergenerazionale. Il nostro viaggio è partito da molto vicino. Il 20 gennaio abbiamo visitato il Museo ebraico e la Sinagoga adiacente al nostro Centro Diurno Ferretti. Il gruppo è rimasto colpito dall’immensità del luogo e dalle sue particolarità, in religioso silenzio davanti al muro della memoria, leggendo i nomi di persone che sono state strappate dalla quotidianità della loro vita. Poche parole sono servite durante questa visita, la sacralità della struttura non ha lasciato domande o incomprensioni, una visita che ha riempito gli occhi di tutti noi.
Il 27 gennaio presso il nostro centro diurno abbiamo visto il cartone “La stella di Andra e Tati”, cercando di rendere più fruibili alcuni argomenti per tutto il gruppo. Il cartone ha risvegliato in loro non solo la tragedia di quello che è successo nei campi di concentramento, ma una domanda si è fatta spazio in maniera prepotente: potrebbe accadere nuovamente un’atrocità simile ai giorni nostri? Il dubbio in questione è servito per analizzare insieme alcuni episodi della politica nazionale ed internazionale che si basano sulle medesime violazioni dei diritti umani, parlare della memoria storica per tutti noi significa non dimenticare quello che è accaduto, ma riproporre i valori di pace e di comunità nella semplice quotidianità, considerando i soprusi che subiscono le fasce più deboli all’interno della nostra società.
Per concludere il nostro percorso il 28 gennaio abbiamo camminato nel cuore di Firenze. Un volontario del gruppo, attraverso l’uso del cellulare, ci ha guidato nel percorso delle pietre d’inciampo. Ci siamo soffermati sui luoghi che spesso calpestiamo senza farci caso, leggendo i nomi e la vita delle persone deportate nei campi di sterminio. Questi tre momenti sono stati una goccia in un oceano di indifferenza che troppo spesso accompagna i nostri passi, in un tempo ormai immerso tra visione di schermi e superficialità collettive. Vogliamo pensare che toccare con mano e viaggiare nella realtà della storia, non faccia bene solo alle giovani generazioni ma renda ancora più responsabili e custodi della memoria noi, che ci definiamo adulti e che troppo spesso ci dimentichiamo di essere bambini.
Massimo Fraschi, educatore Centro Diurno Ferretti