Pianeta anziani, provvedimenti contraddittori
L'intervista di Riforma al membro CSD Daniele Massa
Riportiamo l'intervista di Riforma.it al membro CSD Daniele Massa, Presidente del Comitato Servizi Salute della Diaconia Valdese.
Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri e? in contrasto con alcuni punti della legge approvata un anno fa. La societa? civile resta coinvolta tramite le associazioni che fanno capo al Patto della non autosufficienza.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo riguardante le politiche a sostegno delle persone anziane e non autosufficienti, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 33 del 23 marzo 2023. Ne parliamo con Daniele Massa, membro della Commissione sinodale per la Diaconia, che segue la materia all’interno del Patto della non autosufficienza.
– Come possiamo giudicare questo decreto legislativo?
«Purtroppo il giudizio è negativo. Il decreto da una parte rinvia a ulteriori decreti e dall’altra non applica o addirittura contraddice le previsioni della legge di riforma. I principali punti critici riguardano la mancata integrazione fra gli interventi sociali e quelli sanitari, la mancanza di un sistema di servizi domiciliari specifico per la non autosufficienza, e infine, il punto più critico, lo stravolgimento della prestazione universale, cioè dell’accesso di tutti alla tutela della salute. Il tema della residenzialità è stato rinviato. Qualche segnale si intravede nella valutazione della non autosufficienza che, come auspicato, dovrà, entro 12 mesi, superare l’attuale frammentazione e restituire modalità di valutazione uniformi a livello nazionale. Il quadro complessivo restituisce quindi una destrutturazione e non attuazione del disegno complessivo della riforma. L’altro elemento che mi porta a dare un giudizio negativo è l’assoluta mancanza di previsione di risorse economiche aggiuntive destinate a modificare l’attuale situazione. Un decreto così deludente che anche la Conferenza Stato-Regioni, a larga maggioranza di area governativa, non ha approvato il testo proposto».
– Che cosa capiterà adesso, allora, per le persone coinvolte?
«Restano 4 milioni di anziani non autosufficienti a cui è necessario fornire assistenza senza che questo ricada esclusivamente sulle loro famiglie. Da un punto di vista politico resta aperta la contraddizione fra la legge delega di riforma (L. 33/2023) e il Decreto attuativo che non la attua e la contraddice: una contraddizione che costituisce un terreno di intervento politico, anche a livello delle Regioni, che hanno competenza in materia. Resta anche la mobilitazione di una parte importante della società civile attraverso il Patto della non autosufficienza che raggruppa 60 organizzazioni, la gran parte di quelle della società civile coinvolte nell’assistenza e nella tutela degli anziani non autosufficienti nel nostro Paese. Questa mobilitazione indica una strada di coesione fra organizzazioni diverse che può costituire un elemento importante per riaprire spazi, perché il tema della non autosufficienza non è eludibile e va riportato fra i punti prioritari dell’agenda politica del nostro paese. Allo stesso modo non può essere eluso il tema dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, impegnati nelle residenze e nei servizi domiciliari, che, in un sistema che si sta progressivamente impoverendo, rischiano un rapido peggioramento delle condizioni di lavoro».
– Come prosegue l’impegno delle chiese evangeliche?
«Il tema continua a essere presente nell’impegno delle nostre opere diaconali, e si sta ponendo anche all’attenzione delle chiese. Nel convegno di marzo scorso a Firenze una sessione pomeridiana è stata dedicata alla discussione sul tema degli anziani, con una partecipazione nutrita di membri di chiesa, delle opere, di operatori e ha evidenziato quanto il tema sia vissuto in prima persona da molti fratelli e sorelle, ma anche quanto sia importante aprire una testimonianza pubblica ed evangelica su questo tema. In questo momento oggettivamente difficile la Diaconia valdese proseguirà il proprio impegno, a livello nazionale con la partecipazione ai tavoli, ai dibattiti e alle azioni collettive, ma anche a livello regionale, specialmente in Piemonte e in Toscana, ponendo al centro il diritto delle persone ad autodeterminare le proprie scelte e ad avere diritti esigibili».