Tutti i malati devono essere curati

Costernazione per la morte di Moussa Balde


Tutti i malati devono essere curati

Moussa Balde è morto. Sul nostro giornale, Riforma, la Presidente del Consiglio di Chiesa di Sanremo aveva segnalato la violenza di cui era stato vittima il 9 maggio a Ventimiglia ad opera di tre persone che lo avevano selvaggiamente picchiato. Moussa Balde, che era affetto da patologie di carattere psichiatrico, non era un malato come tutti gli altri, una personalità disturbata come ce ne sono a migliaia, lui è stato  considerato prima di tutto un illegale e come tale è stato trattato. Portato in un centro non adatto ad accogliere queste sofferenze è stato ulteriormente recluso a forza in una stanza, attraversando una porta che si è chiusa alle sue spalle, definitivamente. Il poco clamore che la vicenda ha suscitato non deve ridimensionarne il significato: non stiamo curando le persone e le lasciamo morire. Il disagio psichiatrico, vera e propria malattia, che tende ad essere sottovalutata e nascosta per "noi italiani", è addirittura negata ai migranti che, per gli stress, gli abusi e i danni che hanno subito, risultano soggetti ad altissimo rischio. Fra i tanti diritti negati c'è anche questo che, in questo caso, ha portato alla morte. La Diaconia Valdese, che ha incrociato Moussa e la sua sofferenza a Ventimiglia, chiede ad alta voce che si strutturino percorsi per la presa in carico di queste situazioni, per le persone migranti che presentano patologie psichiatriche. Sappiamo che è un tema complesso che richiede risposte impegnative, ma non sono questi motivi che ci possono fermare.   

La Commissione Sinodale per la Diaconia
1° giugno 2021

Foto di Gerd Altmann da Pixabay