Volontariato internazionale: seminario di metà servizio

Volontariato internazionale: seminario di metà servizio

La testimonianza di Laura Fischer

50 persone per cinque giorni in un piccolo paese nelle montagne del Piemonte. Tutte molto diverse, con storie, vite quotidiane, nazionalità, esperienze differenti ma con il volontariato che le unisce. Si sono incontrate ad Agape, un luogo speciale situato in una splendida cornice paesaggistica, per condividere i loro impegni, le difficoltà e le esperienze quotidiane, ma anche per fermarsi e riflettere individualmente sulla propria situazione.

Potrebbe sembrare l’inizio di un film o un esperimento sociale; invece, era il mio midterm seminar (seminario di metà servizio) tenutosi lo scorso febbraio.

Sono stati cinque giorni molto intensi, pieni di attività e nuove conoscenze, conversazioni interessanti e anche tanto divertimento. Inizialmente l’aspetto prettamente sociale di trovarmi con così tante persone sconosciute mi è costato gran parte della mia energia, ma nel corso dei giorni è stato molto bello scoprire come si siano creati dei legami, dei gruppi e anche amicizie. Questo aspetto dei gruppi secondo me è molto interessante: noi esseri umani abbiamo un bisogno così forte di una rete sociale stabile che, anche solo per alcuni giorni, non riusciamo a isolarci e restare come singoli in un grande gruppo, ma cerchiamo le persone più simili a noi, per esempio perché parlano la stessa lingua o con le quali condividiamo una certa visione sul mondo. Da questo punto di vista questi giorni sono stati veramente un po’ come un esperimento sociale! Ma l’appartenenza ad un gruppo significa anche l’esclusione delle persone che non hanno le caratteristiche “adeguate”. Soprattutto quando c’è anche una barriera linguistica è molto chiaro chi fa parte del gruppo e chi è palesemente esclus?. Questo aspetto è emerso come spunto critico alla fine del seminario, quando abbiamo avuto modo di condividere dei feedback, ed è qualcosa su cui dobbiamo fare attenzione. Creare dei gruppi non è un problema, anzi ne abbiamo bisogno ed è una cosa bella, ma devono essere inclusivi e aperti. Rendersene conto in questa situazione ci può aiutare per poi porci attenzione a un livello sociale più ampio, quando non parleremo più di noi come le 50 persone partecipanti al seminario, ma di noi come parte della società.

Prendersi cura l’uno dell’altra, lavorare come equipe, risolvere dei problemi ed essere creativi insieme, ha fatto parte di molte delle attività proposte dall’equipe dell’ufficio volontariato che ha preparato tutto questo seminario. Oltre alle attività in gruppo, uno strumento che a molt? di noi partecipanti è piaciuto tanto sono stati i cosiddetti buddy: ognun? di noi aveva una persona con cui condividere le proprie esperienze di volontariato, ma anche il come stavano andando, a livello personale, i giorni di seminario.

“Agape” non è stato solo uno stacco fisico dal lavoro volontario, ma ci ha anche permesso di vedere la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro e il nostro ruolo con un po’ di distanza e in un’ottica diversa: cosa ho fatto e raggiunto fino ad adesso, cosa ho imparato, quali competenze ho appreso in questi mesi, …? Nella vita quotidiana è difficile prendersi il tempo per riflettere con calma su queste domande, ma al seminario ci sono stati vari momenti dedicati proprio a tali riflessioni. E non mi posso immaginare un ambiente più bello che essere immers? nella neve, circondat? da montagne e tranquillità. In questi giorni c’è stato anche molto spazio per condividere le riflessioni emerse con l? altr?, cosa che ci ha aiutato a vedere che non siamo da sol? con le nostre difficoltà e insicurezze, ma che insieme si può trovare una soluzione! E anche se non risolviamo il problema direttamente, condividerlo è già un sollievo.

Il benvenuto e l’accoglienza dell’equipe di Agape sono stati molto calorosi: coinvolgendoci nella preparazione dei pasti e delle pulizie ci hanno fatto sentire anche un po’ parte di questo luogo. E poi ci sono state anche le serate con musica, danza e molto divertimento. Soprattutto l’ultima sera, quando abbiamo partecipato a un talent-show con canti, giocoleria, coro, travestimenti e altro. Ci siamo divertit? tutt? insieme, volontari, volontarie e organizzatrici, senza gerarchia o differenze dovute ai nostri ruoli diversi.

Potrei ancora scrivere tante altre cose: è stata proprio una sovrastimolazione per cinque giorni con molti input e tante cose da digerire anche dopo la fine del seminario, ma mi fermo qua, ringraziando tutte le persone che hanno reso possibile questa esperienza!

 

Laura Fischer, 9 marzo 2025