Inclusione e diritti

Inclusione e diritti

Pubblicato il report 2024 della rete dei Community Center della Diaconia Valdese

È online il nuovo Report 2024 della rete dei Community Center della Diaconia Valdese, spazi diffusi in 12 città e 10 regioni italiane che ogni giorno accolgono e supportano centinaia di persone, italiane e straniere, nei loro percorsi di autonomia e di accesso ai diritti.

I Community Center sono luoghi fisici e relazionali, dove operatori e operatrici offrono ascolto, orientamento e accompagnamento, favorendo l’inclusione sociale e l’integrazione. L’azione si concentra su ambiti fondamentali come diritti, lavoro, scuola, salute, pratiche amministrative e legali, riconoscimento dei titoli di studio, mediazione linguistico-culturale e attività di socializzazione.

Il Report 2024 restituisce una fotografia dettagliata di un anno di attività: numeri, storie e bisogni raccolti in tutta Italia, ma anche le sfide quotidiane di chi lavora nei territori per costruire comunità più inclusive. Le esperienze raccontate mostrano come le difficoltà legate ai percorsi di regolarizzazione, la precarietà lavorativa e abitativa o le barriere burocratiche possano trasformarsi in ostacoli difficili da superare senza un supporto mirato.

Dati chiave dal Report 2024 dei Community Center:

3.692 nuovi accessi nel 2024 (+13% rispetto al 2023)

9.761 colloqui totali (+26% rispetto all’anno precedente)

34% donne e 24,5% nuclei familiari, di cui oltre la metà con minori a carico

Le prime nazionalità incontrate nell’ambito dei nuovi accessi: Nigeria, Italia, Marocco, Perù, Senegal, Bangladesh.

Crescono le richieste da parte di persone provenienti da Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka, spesso vittime di procedure truffaldine legate al “decreto flussi”.

In diversi centri, tra cui Torino, Milano, Roma e Napoli, sono state assunte ex beneficiarie come “peer tutor”, donne che trasformano la propria esperienza di vulnerabilità in competenza e supporto per altre persone.

La presa in carico diretta da parte degli operatori è l’intervento più frequente, segno di un approccio personalizzato e di accompagnamento continuativo.

«Non c’è emancipazione senza inclusione legale, lavorativa, sociale, abitativa», afferma un operatore dei Community Center, raccontando il percorso di un giovane proveniente dal Bangladesh, passato da una condizione di sfruttamento a un futuro di speranza fatto di lavoro regolare e di progetti di vita.

Nata nel 2017 con le prime sedi di Catania, Torino e Milano, la rete si è progressivamente ampliata arrivando a Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Perugia, Pinerolo, Roma, Verona e, dal 2025, anche Terni. In alcune città i Community Center operano con équipe strutturate, in altre con figure singole che lavorano in forte connessione con la rete territoriale, ma in ogni contesto condividono lo stesso approccio: mettere la persona al centro, costruendo percorsi personalizzati e concreti verso l’autonomia.

Il Report 2024 evidenzia come i Community Center rappresentino anche un osservatorio privilegiato sullo stato di salute dell’accesso al diritto in Italia: la loro diffusione nazionale consente di monitorare pratiche e fenomeni di esclusione, restituendo un quadro utile a comprendere le sfide e le opportunità legate ai percorsi delle persone più vulnerabili.

10/10/2025, Redazione