Inizia a Bologna il progetto
Un nuovo progetto per contrastare l’emergenza del disagio abitativo
Al via a Bologna, un nuovo progetto per contrastare l’emergenza del disagio abitativo: avere o non avere una casa in cui abitare è, infatti, da sempre un elemento che produce disuguaglianza sociale.
Il fenomeno è in aumento e trovare un alloggio in città per chi vive sulla soglia della povertà, chi studia o è straniero, per chi vive – o viveva – ai margini della società, è sempre più difficile.
Secondo i dati della Regione Emilia- Romagna, infatti, si contano circa 70.000 nuclei familiari in difficoltà con il pagamento dell’affitto, tra questi, solo a Bologna, sono circa 10.971 i nuclei che hanno fatto richiesta del contributo affitti.
Un’emergenza per cui, a Bologna, almeno 15.000 famiglie sono in cerca di una casa in locazione e con una disponibilità media di 600 euro mensili da destinare all’affitto non si trova nessuna offerta sul mercato immobiliare.
Per provare a trovare una risposta a questo disagio che colpisce migliaia di persone, tre realtà fortemente radicate e impegnate nel territorio bolognese come Antoniano, Caritas Diocesana e la Diaconia Valdese - CSD hanno deciso di fare fronte comune e avviare il progetto condiviso di transizione abitativa “TOC TOC”.
L’idea della collaborazione tra le tre realtà nasce a valle di “Abitare Possibile” – l’evento dell’aprile 2022 organizzato da Antoniano e Caritas, aperto alla città per proporre azioni di contrasto all’emergenza abitativa – e ha come obiettivo quello di lavorare insieme al fine di dare una risposta ampia, multidimensionale, condivisa e partecipata ad un tema che coinvolge la città di Bologna e i suoi abitanti.
Forte delle esperienze accumulate negli anni dalle tre realtà, sia sulla presa in carico socioeducativa sia sull'inserimento abitativo di persone in emergenza, il progetto TOC TOC è già operativo con un gruppo di lavoro che – analizzando le segnalazioni che arrivano dai centri di ascolto dei tre enti – individuerà i primi nuclei e singoli da inserire nel progetto, fornendo un’abitazione. Al momento sono già disponibili due gli appartamenti di nuova attivazione messi a disposizione del progetto.
Destinatari del progetto saranno persone, con attenzione particolare ai nuclei familiari, che non riescono ad entrare nelle graduatorie per l’alloggio pubblico, ma che contemporaneamente subiscono discriminazioni di varia natura per accedere al mercato privato. Una volta individuati, i beneficiari saranno seguiti da una équipe multidisciplinare composta dallo staff dei tre enti e da un lavoro di rete che dovrà ingaggiare il territorio e la cittadinanza, per lavorare culturalmente sull’integrazione dei beneficiari e la ricerca di soluzioni autonome e definitive.
L’accompagnamento dei nuclei sarà fatto impostando un lavoro innovativo, dove i beneficiari sono protagonisti degli obiettivi che ci si darà all’interno della partecipazione al progetto. Il lavoro di rete e l’inserimento lavorativo sono ulteriori servizi che potrebbero essere attivati a seconda delle necessità.
A fronte del tema del disagio abitativo, tutti gli enti hanno deciso di intraprendere un percorso di dialogo e riflessione con enti/associazioni, con il grande risultato della co-progettazione di un progetto comune.
Per rispondere al disagio abitativo, Antoniano è impegnata dal 2017 con il progetto Housing Led che sostiene persone e famiglie che non riescono ad accedere agli alloggi popolari ma che, allo stesso tempo, non hanno un reddito tale da poter sostenere un affitto. «Nel 2022, Antoniano ha ricevuto segnalazioni da 44 persone singole e 14 nuclei familiari, riuscendo a dare una risposta di accoglienza ad un totale di 28 persone di cui 5 nuclei e 14 singoli», dichiara fra Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano. «Ancora molto c’è da fare, visti i dati allarmanti che riguardano la città di Bologna, per questo abbiamo deciso di mettere a sistema le nostre competenze e il nostro impegno, aggiungendo l’elemento della collaborazione per uniformare gli interventi e condividendo risorse immobiliari, umane ed economiche in una logica di corresponsabilità», conclude.
Un’emergenza evidenziata anche da Caritas Bologna che nel 2021 ha ascoltato all'interno di tutta la Diocesi circa 8.800 persone di cui circa 600 senza dimora e 8.200 con dimora. «Nel 46% dei casi la richiesta di aiuto riguarda le utenze, nel 27% dei casi l'affitto e solo nella parte residuale dei casi viene richiesto un supporto per alte spese», precisa don Matteo Prosperini direttore della Caritas di Bologna: «La domanda di casa presso i nostri centri è alta, in crescente aumento perché non riguarda solo le famiglie in disagio sociale. Pensiamo che la situazione richieda di ragionare insieme sulle soluzioni: il percorso di co-progettazione con Antoniano e Diaconia Valdese, soggetti con ispirazioni diverse accomunati dall’impegno verso chi vive difficoltà, è il segno che si può perseguire un obiettivo comune».
«Questa collaborazione interreligiosa messa in atto sul territorio di Bologna vuole essere il messaggio che insieme possiamo fare di più per non lasciare indietro nessuno» - aggiunge Loretta Malan, direttrice dell’area Servizi Inclusione della Diaconia Valdese CSD – «L’attività di sportello del Community Center in questa città è recente, dal 2019, ma è già evidente un aumento del numero di richieste rispetto al 2020, anno in cui le domande pervenute erano state 15; le richieste di accesso in Housing pervenute nel 2022 sono state 27. Le domande di orientamento abitativo e supporto che giungono alla Diaconia Valdese CSD arrivano da uomini singoli, donne, minori e famiglie, a conferma di un disagio crescente e molto diffuso in città. Cerchiamo di offrire a tutti e tutte uno spazio di ascolto attivo, supporto e orientamento ai servizi territoriali e alle pratiche amministrative necessarie ad effettuare la domanda di alloggi Erp».
Oltre all’impegno di Antoniano, Caritas e Diaconia Valdese, quali promotori di progetto TOC TOC, sarà importante la collaborazione anche con le Istituzioni e l’accesso alle risorse previste da Comune e Regione per inquilini e proprietari, per massimizzare l’intervento di transizione abitativa avviato con l’iniziativa.
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